PERCHE' NON C'E' PIU' IL DIVITO DI MANGIARE CERTI ANIMALI?

kasherut

In Lv 11,1-23.46-47 e in Lv 20,25 Dio dice che alcuni animali sono impuri e non si possono mangiare.
In Mc 7,19 si dice che Gesù «dichiarava puri tutti gli alimenti»; in At 10,10-15 e in At 11,5-9 Pietro ha la visione di una grande tovaglia piena di ogni sorta di animali e una voce lo invita a mangiarne perché non sono impuri; in Rm14,14.20 e in Tt 1,15 si legge che niente è impuro; in 1 Cor 10,25 che si può mangiare tutto.

In merito alla purità dei cibi, il Signore disse: “Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti” (Mc 7,18-19).

La Bibbia di Gerusalemme, a tal proposito, scrive:
La «legge di purità» (cc 11-16) è unita alla «legge di santità» (cc 17-26) come i due aspetti, negativo e positivo, di una stessa esigenza divina. Le regole date qui si fondano su proibizioni religiose molto antiche: è puro ciò che può avvicinare a Dio, è impuro ciò che rende inetti al suo culto o ne è escluso. Gli animali puri sono quelli che possono essere offerti a Dio (Gen 7,2), gli animali impuri sono quelli che i pagani considerano come sacri o che, sembrando ripugnanti o cattivi all'uomo, sono considerati non graditi a Dio (11). (…) Di questa vecchia legislazione si conserverà la lezione di un ideale di purezza morale, protetto da regole positive” (cfr nota a Lv 11).

Un altro Commentario biblico, invece, sempre a riguardo, scrive:
Si comincia nel cap. 11 a parlare degli animali puri e impuri. Una distinzione tra gli animali puri e impuri esisteva già certamente al tempo del diluvio (Gn 7,2-3; 8,20), e trova pure una conferma nella legislazione di parecchi popoli orientali per es. i Persiani, gli Egizi, ecc. Le prescrizioni che Dio dà ad Israele non hanno la loro ragione solo nell'igiene (la carne degli animali impuri è generalmente malsana in Oriente, mentre invece quella degli animali puri dà un alimento salubre. Cf. Vigouroux, Le Livres saints et la critique rationaliste, t. III, p. 616), o nel simbolismo allegorico (gli animali impuri sono simbolo dei vizi dai quali deve guardarsi Israele), oppure in un certo qual orrore che l'uomo sente verso certi animali, ma sono destinate a ricordare agli Israeliti che:
1°- essi sono un popolo sacerdotale separato ed eletto fra tutti per essere il popolo di Dio (cfr. Lv 20,24-25; Es 20,31; Dt 14,31) e perciò:
2°- devono tenersi lontani da tutte le superstizioni e i culti pagani, e
3° - con la mondezza esteriore disporsi alla mondezza interiore del cuore, che li deve preparare a ricevere il futuro Messia (cfr, Lv 11,44)
.

Così Israele anche nel cibo doveva apparire come un popolo a parte, tutto dato alla santità. Per noi vale, invece, ciò che disse Gesù: "nulla che entra nell'uomo dal di fuori può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e poi va nella fogna"