DIO ABITAVA NEL TEMPIO DI GERUSALEMME?

Tempio di Gerusalemme

In Es 25,8 Dio dice di volere la costruzione di un santuario e che risiederà in esso; in Dt 12,4-11 Dio dice che solo nel tempio di Gerusalemme occorre cercarlo ed eseguire il culto; in 1 Re 8,13 Salomone afferma di avere edificato il tempio come perpetua residenza di Dio; in 1 Re 9,3 Dio dice che sarà per sempre nel tempio di Gerusalemme; in Mt 23,21 si legge che Dio abita nel tempio. In Gv 4,21-24 Gesù dice che Dio non si deve adorare né sul monte Gherizim né a Gerusalemme, ma in spirito e verità; in At 17,24 Paolo afferma che Dio «non abita in templi fabbricati dagli uomini»; in Rm 1,9 Paolo dice che presta culto a Dio nello spirito; e in Rm 12,1 esorta a offrire i propri corpi come «culto spirituale».

Quel brano del Deuteronomio (Dt 12) non dice che Dio vada cercato solo ed esclusivamente nel Tempio di Gerusalemme, o che si debba pregarlo solo e soltanto lì; tant’è che in quasi tutte le città di Israele c’era una sinagoga dove si andava a pregare e a leggere la Torah. Certi fraintendimenti accadono quando, purtroppo, alcuni versetti biblici, come in tal caso, vengono estratti senza soffermarsi minimamente sull’intero contesto. Nei primi 3 versi del capitolo 12° del Deuteronomio, è scritto:

1 Queste sono le leggi e le norme, che avrete cura di mettere in pratica nel paese che il Signore, Dio dei tuoi padri, ti dà perché tu lo possegga finché vivrete sulla terra. 2 Distruggerete completamente tutti i luoghi, dove le nazioni che state per scacciare servono i loro dèi: sugli alti monti, sui colli e sotto ogni albero verde. 3 Demolirete i loro altari, spezzerete le loro stele, taglierete i loro pali sacri, brucerete nel fuoco le statue dei loro dèi e cancellerete il loro nome da quei luoghi.

Il brano in questione, in pratica, inizia col dire che ogni tempio o cosa dedicata agl’idoli dovrà sparire dalla terra di Israele. Dopodiché gli ebrei si recheranno a rendere omaggio all’unico vero Dio a Gerusalemme.

4 Non così farete rispetto al Signore vostro Dio, 5 ma lo cercherete nella sua dimora, nel luogo che il Signore vostro Dio avrà scelto fra tutte le vostre tribù, per stabilirvi il suo nome; là andrete. 6 Là presenterete i vostri olocausti e i vostri sacrifici, le vostre decime, quello che le vostre mani avranno prelevato, le vostre offerte votive e le vostre offerte volontarie e i primogeniti del vostro bestiame grosso e minuto; 7 mangerete davanti al Signore vostro Dio e gioirete voi e le vostre famiglie di tutto ciò a cui avrete posto mano e in cui il Signore vostro Dio vi avrà benedetti. 8 Non farete come facciamo oggi qui, dove ognuno fa quanto gli sembra bene, 9 perché ancora non siete giunti al luogo del riposo e nel possesso che il Signore vostro Dio sta per darvi. 10 Ma quando avrete passato il Giordano e abiterete nel paese che il Signore vostro Dio vi dà in eredità ed egli vi avrà messo al sicuro da tutti i vostri nemici che vi circondano e abiterete tranquilli, 11 allora, presenterete al luogo che il Signore vostro Dio avrà scelto per fissarvi la sede del suo nome, quanto vi comando: i vostri olocausti e i vostri sacrifici, le vostre decime, quello che le vostre mani avranno prelevato e tutte le offerte scelte che avrete votate al Signore. 12 Gioirete davanti al Signore vostro Dio voi, i vostri figli, le vostre figlie, i vostri schiavi, le vostre schiave e il levita che abiterà le vostre città, perché non ha né parte, né eredità in mezzo a voi. (Dt 12,4-12)

Tale brano prosegue ponendo l’accento proprio sul Tempio di Gerusalemme affinché questo non venga considerato alla stregua dei templi pagani.

Gv 4,21-24 fa, invece, riferimento al dialogo avuto tra Gesù e una donna samaritana presso il monte Garizim (in Samaria). Su tale monte, come si evince, ad esempio, dal Secondo Libro dei Maccabei, i samaritani avevano costruito un loro tempio in contrapposizione a quello di Gerusalemme. I samaritani, infatti, credevano e credono tutt’ora che presso quel monte si debba adorare Dio. Anche tra gli ebrei, oltre che tra i samaritani, col passare del tempo, iniziò a diffondersi l’idea che Dio dimorasse (nel senso letterale del termine) nel tempio a lui dedicato; Gesù, allora, disse a quella donna: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. 22 Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. 24 Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità»

Qualcuno ha commentato quel brano scrivendo: Dire poi che Dio è spirito, significa affermare che Dio non ha un corpo, come hanno un corpo i sassi, gli alberi e noi, ma significa anche affermare che Dio qualche cosa è, e Dio è pura Intelligenza e puro Amore. Dire che Dio è spirito, vuole anche dire che Lui non è legato a un luogo particolare, ma è presente dappertutto e coloro che si rivolgono a lui con cuore sincero possono entrare in comunione con Lui in qualsiasi luogo

San Paolo, negl’Atti degli Apostoli, ribadì lo stesso concetto dicendo: “Dio non abita in templi fabbricati dagli uomini”. Sia chiaro, non che nel Tempio di Gerusalemme Dio fosse assente; ciò che San Paolo volle dire è che Dio non abita in una casa alla maniera di noi esseri umani. Fra l'altro, tali parole, Paolo le disse ad Atene, presso il cosiddetto Areopago; le disse a dei pagani che, a differenza di lui, credevano invece che le divinità abitassero fisicamente in strutture simili alle case umane. Analogo discorso per quanto concerne la “Lettera ai Romani” che fu, anch’essa, indirizzata a gente proveniente dal paganesimo.