DIO SI PENTE?

diluvio-universale

- Il Signore si pentì di aver fatto l’uomo [Genesi 6, 6] -

Per “antropomorfismo” s’intende attribuire a Dio tratti e comportamenti caratteristici dell’essere umano. La Bibbia ne è piena. Capita allora di leggere che Dio si arrabbia o che si pente. In realtà, non fa nulla di ciò. Non si pente poiché non cambia idea in quanto immutabile. L’antropomorfismo è un genere letterario necessario a spiegare con parole umane e terrene ciò che non è umano, né terreno. Gli antropomorfismi, talvolta, sono necessari finanche in fisica (sia in quella classica, sia, soprattutto, in quella quantistica); figuriamoci nella metafisica. Sappiamo, ad esempio, che l’universo è in espansione e che, come tale, non è infinito (semmai è illimitato). Ciò che si espande, infatti, non può essere “infinito” altrimenti neppure avrebbe senso parlare di espansione. Ebbene, se l’universo è finito, cosa c’è “oltre” di esso? Verso cosa si sta espandendo? C’è qualcuno in grado di rispondere a tale domanda? Si potrebbe dire ci sia il nulla ma così dicendo usiamo un antropomorfismo poiché “cosifichiamo” il nulla. Con tale termine, infatti, s’intende l’assoluta assenza di qualcosa; il nulla rappresenta, appunto, l’antitesi dell’essere. Ancora una volta, però, si finisce per cosificarlo (usando, pertanto, un antropomorfismo); l’espressione “il nulla rappresenta..” fa pensare, infatti, si tratti come di un qualcosa mentre il nulla non è niente (ecco che il problema del nulla, tutt’ora, è una delle questioni irrisolte della filosofia). 

Fra l’altro, proprio la fisica quantistica ci dice che in natura il vuoto assoluto (inteso come nulla) non esiste poiché anche in uno stato di vuoto quantistico esiste dell’energia fluttuante dalla quale possono scaturire delle particelle di materia e antimateria. Tornando alla domanda di prima: è possibile spiegare l'espansione dell’universo senza usare degli antropomorfismi? Probabilmente no. Per non parlare, poi, di un’altra questione complicatissima: cosa c’era "prima" del Big Bang? 

La domanda, tecnicamente, è sbagliata perché anche il tempo scaturì col Big Bang e, di conseguenza, non è corretto chiedersi cosa ci fosse “prima”. La domanda, però, di per sé non è affatto oziosa. Poiché in natura nulla si crea dal nulla, un “prima”, in un modo o nell’altro, deve esserci stato. Ecco che finanche l’espressione “nulla si crea dal nulla” è antropomorfica poiché parla del nulla come del cilindro di un prestigiatore dal quale poter tirar fuori, o meno, qualcosa (tipo un fazzoletto, un coniglio, una colomba e, nel caso del Big Bang, l’universo intero). Ho già detto in precedenza che cosificare il nulla sia sbagliato ma nel nostro modo di parlare è spesso necessario perché diversamente non sapremmo come esprimere certi concetti. Non deve stupire, allora, che migliaia e migliaia di anni fa l’uomo, per parlare di Dio, abbia fatto uso di un linguaggio antropomorfico e che lo stesso Dio (tale linguaggio) l’abbia ispirato per riuscire a farsi capire meglio.